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Il Progetto Lauree Scientifiche
Scuola, Università e mondo delle imprese presentano congiuntamente un programma di interventi per incentivare l’interesse dei giovani verso la scienza

di Mario Damasso

Il problema della profonda crisi delle vocazioni scientifiche in Italia non è certo cosa che risale a poco tempo fa e coinvolge anche altri tra i Paesi sviluppati. Da più di dieci anni i giovani diplomati che si iscrivono all’Università sono sempre meno, e la diminuzione più evidente riguarda il numero di iscrizioni al gruppo dei corsi di laurea a carattere scientifico. A farne le spese è stato soprattutto il gruppo delle cosiddette “scienze dure”, cioè fisica, matematica e chimica, di importanza cruciale nell’ambito culturale scientifico perché sono quelle che formano gli scienziati di base. La riforma degli ordinamenti universitari DM 509/99 è riuscita a garantire negli ultimi anni una piccola boccata d’ossigeno, ma l’aumento registrato nel numero delle iscrizioni ai corsi di laurea “duri” è ben poca cosa se confrontato alle perdite costanti sofferte negli anni precedenti.

Pochi iscritti = pochi scienziati di base = ricerca di base avanzata penalizzata = scarso trasferimento di conoscenze dal mondo della ricerca di base a quello della tecnologia. Quest’ultimo termine della serie di uguaglianze – ormai ben dimostrate – significa inevitabilmente crisi del progresso economico di un paese.
Finora i più alti rappresentanti del mondo scientifico hanno fatto sentire la loro voce, mobilitati dalle preoccupanti conseguenze, culturali e economiche, di questo declino dell’interesse dei giovani verso la scienza. Unanimemente si ritiene che per salvare il malato – la cui guarigione richiederà comunque tempi piuttosto lunghi – gli sforzi vadano concentrati con più urgenza su due fronti: da una parte migliorare la formazione dei docenti della scuola e incrementare la loro motivazione (qui )è possibile approfondire questo aspetto) (iniziando da un congruo incentivo economico); dall’altra rendere quello del ricercatore uno sbocco professionale dalle solide garanzie, che oggi non ci sono. Chi intraprende studi scientifici ha una percezione negativa della carriera da ricercatore, che invece dovrebbe essere la naturale prosecuzione dei propri studi.

E’ in questo contesto poco rassicurante che si inserisce il Progetto Lauree Scientifiche, il cui documento programmatico è stato presentato a giugno del 2004, quindi approvato e pubblicizzato a ottobre dello stesso anno.
Uno degli aspetti chiave del progetto riguarda le parti proponenti: il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, la Conferenza Nazionale permanente dei Presidi di Scienze e Tecnologie, e Confindustria. Si tratta, perciò, di un progetto che si fonda sulla sinergia tra i tre poli strategici per il mondo della ricerca e al quale la presenza del mondo dell’industria assicura una spiccata connotazione sperimentale.
Gli obiettivi che si vogliono raggiungere, come si legge nel documento, sono:
- un sostegno efficace alle “scienze dure”, incrementando il numero degli immatricolati e garantendo allo stesso tempo un livello elevato nella preparazione degli studenti,
- l’incremento nel numero dei laureati nelle stesse discipline e un concreto sostegno per il loro inserimento nel mercato del lavoro.
Per raggiungerli si è stabilito di articolare il progetto secondo quattro punti chiave a loro volta suddivisi in azioni specifiche:
1) assicurare agli studenti degli ultimi tre anni delle scuole medie superiori un migliore orientamento pre-univeristario.
Per raggiungere questo obiettivo è fondamentale che siano i docenti della scuola ad avvalersi per primi di una specifica formazione e ottenere quelle informazioni che andranno poi condivise sul lungo periodo con gli studenti. Perciò una delle azioni propone corsi di aggiornamento per gli insegnanti di chimica, fisica e matematica, che puntano a fornire un ampio panorama sul mondo della ricerca e a trovare nuovi strumenti didattici più efficaci.
Nell’ottica di creare una sinergia tra le parti coinvolte nel progetto, un’altra azione prevede che le Facoltà di Scienze propongano alle scuole corsi sperimentali da tenersi nei laboratori universitari, al termine dei quali gli studenti dovranno produrre un elaborato sulle attività svolte.
2) Tarare la formazione universitaria triennale tenendo conto delle esigenze del mondo del lavoro.
Questo sarà possibile farlo conducendo una serie di studi che forniscano dati sull’andamento della riforma DM 509/99 e sull’evoluzione del mercato del lavoro nel settore high-tech. Una delle azioni prevede poi l’orientamento degli imprenditori, necessario per creare una comunicazione a doppio senso tra università e mondo del lavoro.
3) Incentivare gli stage degli studenti universitari presso le imprese e
4) potenziare le offerte post-lauream attraverso la progettazione congiunta di corsi di perfezionamento che forniscano la formazione necessaria per l’inserimento nel mondo professionale.

Ma ora facciamo parlare direttamente i responsabili del progetto provenienti dal mondo accademico.
È possibile ascoltare l’intervista fatta al prof. Enrico Predazzi , Preside della Facoltà di Scienze M.F.N. dell’Università di Torino e Presidente della Conferenza Nazionale permanente dei Presidi di Scienze e Tecnologie, in cui sono esposte le linee generali del Progetto Lauree Scientifiche e in cui viene sottolineata in particolare la novità, per l’Italia, delle strategie che si è stabilito di seguire per incentivare la diffusione della cultura scientifica tra i giovani.
Ora invece, la parola passa al prof. Nicola Vittorio , Preside della Facoltà di Scienze M.F.N. dell’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” dove a ottobre 2004 si è tenuta la giornata di presentazione ufficiale del progetto. Nell’intervista il prof. Vittorio, che si occupa del coordinamento generale, delinea in dettaglio le diverse azioni in cui si articola il progetto, i passi già compiuti e gli ultimi ancora da fare.

Qui  si può ascoltare un contributo audio in cui si descrivono le proposte presentate dal Dipartimento di Fisica e dall’Istituto di Fisica Generale Applicata dell’Università degli Studi di Milano. L’intervista è stata fatta a Pasquale Tucci, professore ordinario di Storia della Fisica dell’Università di Milano, che da molti anni è impegnato in attività di diffusione della cultura scientifica tra le scuole e il largo pubblico.